sabato 6 ottobre 2012

Nine

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Consiglio prima della visione: Lasciate stare Otto e mezzo.
Ve lo dico perché è necessario comprendere, - onde evitare di fare confusione e possibili confronti con uno dei capolavori massimi della settima arte- che Nine, si ispira a un musical, a sua volta ispirato da otto e mezzo. Perché questi tanti giri di parole? Perché lo vuole il film, che è un omaggio all’Italia che fu, o meglio a quell’Italia dipinta come una cartolina dagli americani.

Ma ci sono evidenti difetti, che lo salvano dall’Ade soprattutto per l’intensa interpretazione di Marion Cotillard, la migliore del film, per il resto un cast stellare: ci sono Sofia Loren, Judi Dench, Nicole Kidman Kate Hudson, Daniel Day Lewis, Fergie, Penelope Cruz e il nostro Ricky Tognazzi.
Che dire, il film non è certo uno di quei titoli che fanno gridare al miracolo o al capolavoro, i numeri musicali sono abbastanza coinvolgenti; anche se io preferisco in assoluto quelli di Chicago e Moulin Rouge.

Andiamo al dunque, vediamo, in scena abbiamo un regista che non è ispirato e deve girare un film. Ha la classica crisi di mezza età, e il blocco creativo. E’ diviso tra due donne: una è la moglie che ha rinunciato alla carriera per amor suo, l’altra è l’amante che vuole un po’ d’attenzione in più di quanta effettivamente ne riceve. Al centro lui, Guido Contini, il regista il genio, che non può vivere senza donne, ma allo stesso tempo cerca di allontanarsi, il tutto è raccontato proprio dalle sue donne, dalla madre, dall’amica scenografa, dalla moglie, dall’amante…il tutto mescolato a ricordi d’infanzia tutto per la ricerca di una storia da portare sullo schermo.

Rob Marshall dirige un musical che non aggiunge molto al genere, soprattutto perché è fin troppo patinato e glamour. Daniel Day Lewis, che di solito offre interpretazioni superbe, in questo film è totalmente fuori parte. Oltre la Cotillard anche Penelope Cruz offre un interpretazione audace, lei è la più sexy di tutte, anche se in altre pellicole ha fatto di meglio. Riuscirà il nostro Guido a trovare l’idea giusta per dirigere il suo film? E’ questo il cruccio con cui si porta avanti un film, nato soprattutto grazie all’ultimo contributo di Anthony Minghella prima di morire; infatti l’interpretazione di Nicole Kidman, nel ruolo che fu di Claudia Cardinale, è un apparizione amichevole, che ricorda i fasti del mitico Moulin Rouge.

E’ un musical, e va preso per quello che è. Il progetto è stato piuttosto ambizioso e lo si nota perché è stato fatto un po’ in pompa magna, ma questa è Hollywood certe volte fanno film bigger than life, che devono essere presi solo per passatempo e basta. Anche se il fantasma di otto e mezzo risulta essere pesante quanto un macigno e soprattutto è presente, e questo cancella un idea che poteva essere molto più interessante di quanto effettivamente si presenta. In conclusione il film non mantiene le aspettative che promette, e credetemi che dopo l’esperienza straordinaria di Moulin Rouge con la succitata Nicole Kidman, c’erano tante aspettative.

Alla fine questo film ha il sapore di un cocktail vintage dal gusto amaro, girato da un regista che sembra aver perso l’ispirazione proprio come capita a Guido Contini. Marshall non personalizza il film, il soggetto è costruito e diretto senza dare un impronta personale e originale, che ne avrebbe rivitalizzato la forza e le potenzialità, come se lui avesse gettato la pietra, ma ha paura di andare fino in fondo, peccato. Si presenta come un omaggio alla dolce vita italiana, ma che non aggiunge altro ai tanti omaggi anche personificati al grande film di Federico Fellini, che, aggiungo questo film non può essere paragonato perché effettivamente è tratto da un musical ispirato a Otto e mezzo.

Con l’occasione vi consiglio di visionare All That Jazz, opera di Bob Fosse originale e intrigante, un sincero e personale omaggio al grande Federico Fellini, senza rifare musical ispirati alle opere del grande regista Riminese.

Passabile, ma nulla di più.
ArwenLynch


14 commenti:

  1. Tra cast, musiche e regista mi aspettavo un nuovo Moulin Rouge... distante anni luce, peccato!

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  2. Questa rece è scritta così bene che non mi esimerò dal procurarmelo in futuro, i musical non mi sono mai dispiaciuti, anche se pochi sono quelli che mi sono piaciuti.

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  3. si decisamente è un film che poteva essere girato in maniera differente, ma ahimè Marshall non è Baz Luhrmann...peccato ^_^

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  4. Una grande delusione, mi aspettavo un nuovo Chicago, ed invece...peccato davvero

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  5. Dunque...
    Quando in un Film mostri siffatte bellezze... puoi permetterti questo ed altro!
    In effetti non un grande Film ma, come giustamente fatto notare nella recensione, dimentichiamoci tutto iò che viene prima, e prendiamolo per ciò che è. In fin dei conti sono proprio questo genere di Film che mancano alla cinematografia nostrana; qualcosa che stia tra il Cinema d'Autore e il Cinema Easy Listening senza alcun spessore.

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  6. Film davvero deludente, patinato e nulla più e con un cast stellare che delude. Primo passo falso nella folgorante carriera di Marion Cotillard, che comunque recita assai bene la sua parte

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  7. MA CHE SUCCEDE, QUANDO LO LEVI STO VÌ...?

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  8. Come in che senso, dov'e' ir firme novo. Uno ganzo, non sto vi' che e' da sabato loaders.

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  9. Che vuol dire "quando lo levi 'sto vì"?

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  10. mi piace il contributo di Magar. al di là dello specifico, sono d'accordo in generale: c'è bisogno di cinema facile, non saprei come definirlo, sempre a patto che non siano quelle fregnacce dei cinepanettoni. sarà il periodo che sto passando, ma c'ho due balle dei film "de peso"...

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  11. Il B-movie, per esempio. Secondo me lo si può intendere anche come genere in sé, non semplicemente considerando il budget. Quante cagate ad alto budget si son viste? Pensiamo ai film di Neri Parenti, per esempio.

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