mercoledì 21 dicembre 2011

Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno (aka: Ton Diable Dans Mon Enfer) (aka: Schicke Deinen Teufel in Meine Heisse Holle)

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Decamerotico di grande successo diretto da Adalberto Albertini (nome tutelare del bis nostrano) che generò anche un seguito quasi immediato: "..E Continuavano a Mettere Lo Diavolo ne lo Inferno" (1973).

Protagonista della pellicola é Antonio Cantafora (cioè il Michael Coby di "Simone e Matteo" nelle imitazioni della coppia Hill-Spencer) qui nelle vesti di Ricciardo, pittore con una spropositata passione per il gentil sesso, ivi rappresentato dalle splendide Margaret Rose Keil e Melinda Pillon. Gradiente erotico superiore alla media del genere e scene piuttosto forti (vedi l'amante che riceve in piena faccia le evacuazioni del marito cornificato) a rimpolpare una commedia tipica della produzione italiana dei settanta che sfruttò con estrema spregiudicatezza il successo dei prototipi pasoliniani.

Solita parata di caratteristi pronti alla bisogna, su tutti Fortunato Arena e Roberto Danesi/Robert Dannish, con Piera Viotti e Renate Schimdt a fortificare il fortino bis che tanto successo conobbe nella stagione 1972/73 e 1974/75. Non siamo nè i primi nè gli ultimi a tirare fuori dal cilindro ildecamerotico, genere che ha i suoi estimatori, io sono tra questi, naturalmente, ma impossibili non spendere due parole su una serie di pellicole, con alti e bassi, alcune più becere, altre meno, inevitabilmente identificate con "Quel Gran pezzo dell'Ubalda..." di Mariano Laurenti, che non fu il prototipo ma che arrivò, anzi, quasi a fine corsa. Questo "Metti Lo Diavolo..." è uno dei migliori e più divertenti esempi del famigerato genere, con tanta carnassa esibita e sesso gioioso e liberatorio in compagnia di mogli, mariti cornuti, frati e mignotte travestite da suore, quindi tutto "materiale" consueto in una filiera che può annoverare titoli come "Come è Bella la Bernarda Tutta Nera e Tutta Calda" (1973) di Lucio Giachin, mica bruscolini.

Splendida Margaret Rose Keil, praticamente abbonata al genere con sette film all'appello, qui nel ruolo di Amalasunta, valore aggiunto, e non poteva essere diversamente vista la bellezza delle colleghe nelle pellicole coeve, ad una pellicola divertente e divertita, che non vuole essere capolavoro ma sano e puro genere di consumo. Da vedere, così come altri titoli del franchise (specialmente quelli di Mino Guerrini), tra i quali, è bene ricordarlo, si annida pure un capolavoro come "Storie Scellerate" del "nostro" Sergio Citti. Senza dimenticare, ma che ve lo dico a fare, la Trilogia della Vita.

Molto belli i titoli di testa disegnati (pare da Mordillo uncredited) con colonna sonora nientemeno del Maestro Stelvio Cipriani con stornelli cantati daGianni Musy. Qualcuno, da qualche parte, ha detto che non meritano nemmeno di essere citati, quindi:

"Però che la donna sia bassa,
magra oppur grassa

questo ci sta.
Si sa, tra bionda e castana
qualcuna è puttana
ma questo che fa!"

Dopotutto, siamo sempre in ambito boccaccesco.
Buona visione.
Belushi


9 commenti:

  1. giàggià! qua bruscolini non ce ne sono!
    Belu' stai diventando il riferimento del bis nel web italiano. molte tue rece di genere, come "la monaca...", sono state selezionate da Paperblog e sono tra le più lette.
    quindi i commenti di rado son parecchi qua, ma molti leggono... un po' come si faceva all'edicola ai tempi, che ti compravi playboy e lo mettevi dentro all'osservatore romano, ahahah!

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  2. Cantafora viveva sotto casa mia ar Residence Archimede, proprio quanno stava a girà stì firme e quegli in coppia cor granne Paul "Midnight Express" Smith ddè a'coppia Simone e Matteo.
    Qua, che tope!

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  3. non per dire, ma la tag decamerotica m'ha fatto spanciare :D

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  4. eh be', le tag quanno ce vonno ce vonno, ahah!

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  5. io mi spancio anche per il titolo tedesco che da profani sembra quello di un'opera di Shopenhauer :DDD

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  6. questo film mi evoca quei calendarietti erotici profumati che regalavano dal barbiere in questo periodo; non me ne è mai toccato uno, solo una volta un nostro amico riuscì a procurarsene uno, sgraffignandolo a suo papà, credo, e ricordo che campeggiavano le foto tratte da questi film: il calendarietto finì ben presto "consumato" da tutta la banda di amici, poi sparì all'improvviso e ci siamo sempre arrovellati per capire che fine avesse fatto.
    'tacci sua...

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