martedì 22 novembre 2011

Gastone

9
Nessuno meglio di Mario Bonnard poteva dirigere Alberto Sordi in una delle sue interpretazioni, a mio parere, più straordinarie e rappresentative. Perché il languido, raffinato Gastone, personaggio frutto della geniale inventiva di Elio Petrolini, fu ispirato al grande comico proprio dalla figura dello stesso Bonnard, attore prima e regista poi fin dal muto dei primi del '900. Siamo quindi di fronte ad una sorta di autobiografia caricaturizzata d'eccelso livello.

Dopoguerra della Prima Guerra Mondiale, che Gaston Le Beau accusa d'essergli stata fatale per la carriera, senza la quale lui, al quale persino Rodolfo Valentino s'è ispirato, sarebbe finito a Londra con tutta la sua classe, lui che è il migliore "danseur mondain". Esibisce termini francesi, danza e canta ai café chantant di Roma, si presta ad accompagnare in danze vecchie babbione danarose che svengono per il suo sguardo nobilmente latino. Dei soldi mal si cura e come Il Principe (Vittorio De Sica), tipico viveur decadente, dilapida tutto finendo poi in mano ad Achille (Paolo Stoppa), uno strozzino che però è da lui facilmente abbindolabile, "sensibile" com'è alla bellezza delle soubrette complici di Gastone. Col suo Frac ci parla come fosse un fratello, e quando l'indossa è un Re, nulla può sminuirlo o renderlo incerto, nemmeno Carmencita (Chelo Alonso, gran donnino...) la più caliente ed altezzosa delle ballerine spagnole in tournee in Italia.
Nella scuola di ballo dove arrotonda le entrate scoprirà il talento ancora acerbo di Nannina (Anna Maria Ferrero), una domestica che mostrerà doti di danza e canto a lui subito evidenti. Ne diventerà manager e socio, farà di tutto per lei ma poi la perderà. Nannina farà carriera persino a Parigi, diventerà Anna La Belle, lui rimarrà relegato a Roma in locali di quart'ordine e pure fischiato, vivrà la caduta di quel genere di spettacoli - vedi Gastone? Nessuno indossa più il Frac, i tempi son cambiati - dirà sostanzialmente il principe in un teatro saturo di camicie nere.

Un po' cinico, ma poco in fondo, legatissimo a lussi che ora appaiono stravaganti, rappresenta Gastone anche un modo di essere tutto sommato nobile, personaggio che alla fine farà sorridere, ispirerà anche tenerezza lui come altri, attori e attrici, ex danzatori ed ex soubrette, che una volta sfioriti o passati di moda faticano a far 2 pasti consecutivi. Particolarmente toccante la vicenda di Rosa (Franca Marzi, altro gran bel donnino...), sua amica e una volta sua ballerina, finita a fare la prostituta per poi riprovare con Gastone un improbabile ritorno sulle scene. Nonostante si ritenga lui il vero creatore di Anna La Belle non potrà nulla per rivendicarne paternità e gloria, cosa che gl'ispirerà qualche proposito vendicativo ma... tutto cadrà di fronte allo spettacolo meraviglioso cui assisterà e solo in privato saprà togliersi una pur inutile soddisfazione.

Gaston Le Beau è sostanzialmente un incapace, bravo solo a fare qualche passo di danza, ad ostentare portamento, bellezza, charme, ma anche innocuo, pacifico, simpatico nella sua inguaribile e sfarzosa follia. E poi, soprattutto, un grande amante dell'arte, del far spettacolo, e con questa sua splendida caratteristica voglio chiuderne la descrizione.
Cosa c'è di attuale in questo film? Gastone a parte, anacronistico già ai suoi tempi, tutto è tremendamente attuale. Il mondo dello spettacolo e le sue regole son sempre quelle. Ai tempi descritti non c'era modo di barare con lifting e botux. Oggi vediamo personaggi esteticamente più durevoli anche se, a me perlomeno, appaiono quasi sempre squallidi. Non mi è mai sembrato squallido invece Gastone, e nemmeno Rosa, personaggio minore del film che però m'ha fatto una grande tenerezza.

Petrolini s'ispirò a Bonnard, Sordi a Petrolini con Bonnard a dirigerlo: ricetta perfetta, film bellissimo in ogni aspetto.
Olimpo e visione obbligatoria.

Robydick
Il frameshow non poteva che essere accompagnato dallo stesso Petrolini.

credits: grazie al solito Napoleone che m'ha quasi "imposto" di vederlo.



9 commenti:

  1. Grande Albertone! Se poi dietro ci metti Petrolini...

    RispondiElimina
  2. Grazie per la segnalazione! Questo non lo conoscevo!

    RispondiElimina
  3. Non conoscevo la vicenda Bonnard. Da sola é già una trama affascinante, che mi porta a riconsiderare il giudizio di solo discreto che tra me e me - traviato dall'ombra di Petrolini - diedi a suo tempo al film.

    RispondiElimina
  4. bravo Adriano, lo riguarderei sotto un'altra ottica, e Albertone, insieme a pochi altri, è un degno erede di Petrolini

    RispondiElimina
  5. Sì è vero te lo propugnai io Roby, un must della romanità petroliniana per uno dei ruoli paradigmatici di Sordi, e non solo al cinema, ma anche paludato in teatro rivista e tv. Ruolo/maschera poi ripreso/a splendidamente a cabaret negli anni '60/'70 dal grande interprete romano di cinema e teatro Fiorenzo Fiorentini. Do you know Fiorenzo Fiorentini...?

    RispondiElimina
  6. accidenti... Fiorentini sembra Petrolini redivivo, è pure fisicamente somigliante. non ricordavo il nome ma appena fatta una ricerca su google immagini m'è tornata la memoria. figurati che da piccolo per me Petrolini era praticamente lui :)

    RispondiElimina
  7. Bellissimo! haha personaggio grandioso. Olimpo meritato! :)

    RispondiElimina