giovedì 11 agosto 2011

Gokudo kuroshakai - Rainy Dog

4

Chi ha ben chiara la poliedrica imprevedibilità di Takashi Miike sa che in ogni suo film troverà almeno un tocco distinguibile, ma per il resto gli potrà capitare di vedere di tutto. Come in questo caso, un noir in piena regola senza compromessi, scuro e cupo, lento e piovosissimo. E io sono sempre più un fan di questo incredibile e prolifico cineasta giapponese.

E' il secondo capitolo di una trilogia nota come "Shinjuku Triad Society", il cui argomento principale sono gli yakuza. Qua un solitario yakuza, Yuji, vive a Taipei, svolge funzioni di killer. Lavora e vive da solo. Incarichi assegnati velocemente ed immediatamente realizzati, a volto scoperto a parte gli onnipresenti occhiali scuri sul volto. Efficace e spietato.

Si ritroverà un bambino, Chen, a vivere con lui, lasciatogli da una donna che sostiene che gli è figlio. Muto, timido ma non pavido, Chen seguirà Yuji in tutte le sue gesta cercandone una ragione che poi smetterà di chiedersi. Arriverà a comporre la curiosa banda anche Lily, una giovanissima prostituta che sogna di andare a vivere in un posto dove non piova. Piove sempre e quando piove Yuji non opera volentieri. Alla minima schiarita parte in azione, per poi rientrare alla base. Ci sarà una complicazione che porterà alla morte del suo capo, solo appiglio giapponese alla sua vita da straniero. Una fuga con tanto denaro, un po' di gioia nel vedere un possibile sogno realizzarsi per i 3, poi il finale.

Dicevo cupo e lento, ma quelli sono anche i ritmi e i colori giusti per una storia come questa. Si assiste all'inerzia di personaggi sradicati, anche Lily non sente legami con quella terra che però li rispecchia. La baraccopoli e un casuale disordine imperante ovunque sono emblemi della loro condizione, così come il cane randagio raccolto da Chen. E' un Miike molto "giapponese" in senso contemplativo, che indugia sui sentimenti e la condizione vitale dei suoi protagonisti, con molte immagini suggestive e un tocco di classe, un altro giapponese del quale non se ne comprende origine né motivazione, accanito cacciatore di Yuji, personaggio concreto ma dal senso orientalmente metaforico.

A mio parere, l'ennesimo Miike da non perdere. Difficile descrivere meglio, almeno per me, le atmosfere del film, meglio un'anteprima dal frameshow sottostante per farsi un'idea.
Robydick

Famosa la musica per il frameshow, dal titolo più che pertinente: sono gli Aphrodite's Child con la loro "Rain and Tears".


4 commenti:

  1. Grandissima e quantomai simbiotica e appropriata la scelta degli "Aphrodite's Child" di Demis Roussos, e in cui vi era un certo Vangelis...Che peccato che peccato, ancora 0 commenti, ad uno dei migliori Miike di sempre...Ahhhhh....

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  2. vangelis, devo averlo sentito nominare... :D
    grazie napoleone, anche per non aver lasciato "silente" la rece di questo film.

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  3. non è fra i miei preferiti di miike, ma è davvero interessante e ben fatto. Quest'uomo è un genio assoluto. Bella recensione. Ti seguo sempre. saluti!

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