domenica 29 agosto 2010

I tulipani di Haarlem

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Pierre e Sara sono 2 solitudini, che s'incontrano casualmente col tentato suicidio di lei per una delusione d'amore. Pierre, spontaneo e leggero, se ne invaghisce, ma lei vuole lasciare il Belgio appena si riprende per tornare in Inghilterra e lui in qualche modo glie lo impedisce, Sara è la sola persona con cui ha una relazione in assoluto. In lei, che ha solo 16 anni, nasce un desiderio sadico nei confronti di Pierre che è completamente alla sue mercé, lo rende di fatto suo schiavo, lo umilia in ogni modo, lo fa quasi impazzire fino ad un finale che dovrebbe essere romantico ed invece avrà un risvolto spaventoso.

Nel pieno della rivoluzione giovanile, dell'emancipazione sessuale, di moti collettivi, questo film di Brusati fu qualcosa di molto particolare, con questa storia di giovani il cui disagio si manifesta individualmente e interiormente. Pierre, senza genitori da molti anni, prima di incontrare Sara faceva di tutto per inserirsi in società in qualche modo, e solo con la ragazza troverà modo di sentirsi considerato. Anche Sara, le relazioni avute e ancora cercate, erano con uomini molto più grandi di lei. In entrambi uno scontro personale col mondo adulto, al quale vogliono partecipare ma dal quale vengono respinti, e si sentono estraniati, solo nell'eccesso troveranno modo di ricevere attenzione.
Per i tempi, insisto, una storia veramente strana.

Il film, poetico ed elegante anche nel dramma, è di grandissima cura estetica anche nelle musiche, m'ha ricordato in certi momenti il miglior Greenaway. Dopo un primo tempo propedeutico, nel secondo decolla ed anche se denuncia i suoi anni ha ancora un notevole fascino. Carole André è semplicemente splendida.

Merita la visione.


2 commenti:

  1. Non ho visto il film, ma il manifesto è splendido!

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  2. vero Roberto, e se lo dici te... è una delle locandine che ho fatto più fatica a trovare. tra l'altro rispecchia, nei colori, anche l'estetica del film.

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