martedì 2 febbraio 2010

American Beauty

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Ritratto in tinte cupe ed in petali di rosa di una borghesia americana agiata e disorientata. Vite senza speranza, senza problemi materiali e con gravissimi spirituali, che cercano uno sbocco.
Galleria di personaggi le cui vite s'intrecciano, da vicino, ognuno dei quali rappresentanti quasi tutte le manie, ma anche i sogni, "americani" o meglio sarebbe ormai dire "occidentali".
La voce fuori campo di Lester ci racconta gli ultimi mesi della sua vita e con essa seguiamo quelle degli altri...

Trama già vista? Argomento non nuovo? (Come non pensare ad un altro capolavoro che amo, America Oggi).
Forse sì, ma con qualcosa di misterioso, indefinibile nel mostrarla. C'è quell'insieme di Magia che a volte si realizza nel Cinema, con una dose di fortunata fatalità oserei dire, perché le cose che vengono meglio, le più Belle, non possono essere frutto solo di progettazione a tavolino. Deve succedere qualcosa, durante le riprese, il montaggio, l'ideazione, la scelta delle musiche, le interpretazioni.

Anche in locandina la parola American non è particolarmente evidenziata. Il grassetto è dedicato appunto a Beauty, l'argomento vero del film, che diventa la caratteristica essenziale dello stesso, per Magia: la bellezza.
La bellezza nei movimenti, nei gesti, in ogni situazione, ognuna delle quali è rappresentazione della vita, e persino la bellezza della morte. Non c'è mai condanna dei comportamenti mostrati, alcuni dei quali davvero aberranti, ma sempre e solo Comprensione (che non significa giustificare o condividere). C'è Umanità nel trattarli, mostrarli. Ogni debolezza umana ha dietro delle ragioni, ed una persona.
Bellezza è un concetto esteso, si ritrova nella consapevolezza della compenetrazione dei fenomeni, di sé stessi con quanto ci circonda, è un brivido.

Se sapessi spiegare cosa la Bellezza è probabilmente non sarei qua a scrivere. Sarei venerato come un Messia da moltitudini in permanente adunanza. Anche Sam Mendes non potrebbe spiegarlo. Lasciamo ad entità soprannaturali questa esclusiva.
Noi comuni mortali, compreso il bravissimo Mendes, possiamo, ogni tanto, realizzarla, con quel tocco di caso fortuito che aiuta chi fortemente anela un risultato e ne ha anche le capacità per farlo, requisito fondamentale.

Capolavoro imperdibile da Olimpo.

p.s.: non lo faccio spesso, ma devo caldamente ringraziare Federico Capranica per avermi caldamente consigliato questo film, con parole eloquenti.

11 commenti:

  1. ottimo film, ma da un pò fastidio che il post non sia mostrato tutto per intero, spezza fastidiosamente il filo narrativo.
    io personalmente modificherei la layout

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  2. l'interruzione del post serve a poter mettere in home page molti più topic senza allungarla troppo, a me piace. un visitatore può scorrere tutto e poi basta cliccare sul titolo o su "leggi il resto" per la visione completa.
    basta un click... :)

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  3. Tra i miei preferiti di sempre. Mica facile saper mischiare così cinismo e poesia, commedia e tragedia, drammatico e grottesco. Quattro asterischi li merita tutti.

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  4. concordo. tra l'altro bravissimo Alan Ball, che ha scritto la sceneggiatura completamente originale.

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  5. è stato il primo dvd che acquistai, avevo 12 anni all'epoca. Veramente bello, crudo e disarmantemente realistico.

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  6. bellissimo! a 12 anni però... lo riguarderei ;-)

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  7. Questo è un capolavoro! E pensare che non volevo nemmeno vederlo. Spettacolare in toto. La bellezza fatta film, hai proprio ragione. La bellezza del sogno americano che non c'è più, antitesi del titolo. E lasciamelo dire (come nei soliti sospetti...a proposito ce l'hai?) K. Spacey qua interpreta il suo ruolo magnificamente.
    *Mai sottovalutare il potere della negazione…*

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  8. eh sì, stupenderrimo!
    ahia mi spiace, i soliti sospetti el ghé no! :P

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  9. come al ghè no, rimediare caro...veloce veloce:)))

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